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venerdì 13 novembre 2009

Transurfing:altre anteprime






continuano le anticipazioni ( vedi anche post di ieri)su questo libro in imminente uscita


Libro I – Lo spazio delle varianti






Capitolo II.






I pendoli.






Gruppi di persone che pensano in una stessa direzione creano delle strutture energetiche d’informazione, i pendoli. Queste strutture incominciano ad evolversi autonomamente sottomettendo gli individui alle loro leggi. Le persone non si rendono conto di agire involontariamente negli interessi dei pendoli. Come risvegliarsi da quest’invischiante allucinazione?










Datevi in affitto






I pendoli distruttivi






Fin dall’infanzia ci hanno insegnato a sottometterci alla volonta’ altrui, a fare il nostro dovere, a servire la patria, la famiglia, il partito politico, l’azienda, lo stato, l’idea...Servire tutti e solo in ultima istanza noi stessi. Ognuno di noi ha un senso piu’ o meno forte del dovere, della responsabilita’, dell’obbligo e di colpa. Ognuno di noi in un modo o in un altro “presta servizio” presso una comunita’ o un gruppo: la famiglia, il club, la scuola, la ditta, il partito politico, lo stato e cosi’ via. Tutte queste strutture nascono e si sviluppano allorche’ un singolo gruppo di individui incomincia a pensare e ad agire in una stessa direzione. A questo gruppo si aggiungono poi nuove persone, la struttura cresce e si allarga, prende forza, obbliga i propri membri ad osservare delle regole prestabilite e a lungo andare puo’ finire per sottomettere larghi strati di societa’.


A livello di realizzazione materiale la struttura risulta formata da individui accomunati dagli stessi scopi e da beni materiali, che possono essere edifici, costruzioni, arredi, attrezzature, mezzi tecnici eccetera. Ma, a livello energetico, che cosa c’e’ dietro a tutto cio’?


La struttura prende vita quando i pensieri di un gruppo di individui vanno in una stessa direzione e di conseguenza i parametri di energia mentale di ognuno sono identici. L’energia del pensiero dei singoli individui si fonde in un unico flusso. In questo caso, in mezzo a un oceano di energia libera, si crea una struttura energetica d’informazione singola e indipendente – un pendolo energetico. Questa struttura comincia a vivere di vita propria e ad assoggettare alle sue leggi gli individui responsabili della sua creazione.


Perche’ un pendolo? Perche’ oscilla con frequenza tanto piu’ forte quanto maggiore e’ il numero degli individui, dei sostenitori, che lo nutrono della loro energia. Ogni pendolo ha la sua frequenza tipica di oscillazione. Un’altalena, ad esempio, puo’ oscillare solo se si esercita una forza di determinata frequenza. Questa frequenza si chiama risonanza. Se il numero di sostenitori del pendolo viene meno, le sue oscillazioni si smorzano. Quando non rimangono piu’ sostenitori, il pendolo si ferma e muore come entita’. Ecco una serie di esempi di pendoli estinti: le antiche religioni pagane, gli strumenti di lavoro di pietra, I tipi antichi di armi, le vecchie tendenze della moda, i dischi di vinile...in altre parole, tutto quello che era diffuso un tempo e ora non c’e’ piu’.


Vi chiederete forse con stupore: ma si tratta davvero di pendoli?


Si, qualsivoglia struttura dotata di attributi propri e creata dall’energia mentale di singoli individui e’ un pendolo. Piu’ in generale si puo’ dire che qualsiasi essere vivente in grado di emettere energia in una precisa direzione prima o poi crea un pendolo energetico. Ecco degli esempi di pendolo tratti dal mondo della natura: le colonie di batteri, le popolazioni di esseri viventi, I branchi di pesci, le mandrie di bovini, le distese boschive, le praterie, I formicai – ogni tipo di struttura omogenea e piu’ o meno organizzata di organismi viventi.


Ogni singolo organismo vivente e’ di per se’ un pendolo elementare, rappresentando un ‘ unita’ energetica. Quando un gruppo di simili unita’ di pendoli incomincia ad oscillare all’unisono prende vita un pendolo di gruppo. Esso si erige sopra I suoi sostenitori come una sovrastruttura, esiste come struttura singola e indipendente e fissa un insieme di regole finalizzate a tenere insieme i membri gia’ esistenti e ad accattivarne di nuovi. Una tale struttura e’ indipendente nel senso che si evolve autonomamente, secondo leggi proprie. I suoi membri non si accorgono di agire secondo le leggi del pendolo e non di propria volonta’.


L’apparato burocratico, per fare un esempio, si sviluppa come struttura autonoma, indipendentemente dalla volonta’ dei singoli funzionari. Un funzionario influente potra’ certamente decidere in autonomia, tuttavia le sue decisioni non potranno entrare in conflitto con le leggi del sistema, in caso contrario egli verrebbe espulso. Persino un individuo preso singolarmente, rappresentando di per se’ un pendolo, non si rende sempre conto delle motivazioni che lo spingono ad agire in un determinato modo. Basti pensare ai vampiri energetici.


Ogni pendolo per sua natura e’ distruttivo, giacche’ sottrae energia ai suoi membri e li sottomette al proprio potere. Il carattere distruttivo del pendolo si manifesta nella sua totale indifferenza al destino di ogni singolo membro. L’obiettivo del pendolo e’ solo uno – ricevere l’energia del membro. Quale possa essere in tutto cio’ il vantaggio del singolo membro, per il pendolo non ha nessuna importanza. L’individuo che subisce l’influenza del sistema e’ costretto a costruire la sua vita in conformita’ alle leggi imposte dal sistema, diversamente rischia di finirne stritolato ed espulso. Per questo motivo chi si trova a subire la pressione di un pendolo distruttivo puo’ rovinarsi con estrema facilita’ l’intera esistenza. Sfuggirne indenni e’ di solito molto difficile.


Se una persona ha fortuna, riesce a trovare il suo posticino nel sistema e ad assestarsi li’, vivendo come un pesce nell’acqua. Dal suo posto egli, come membro, fornisce energia al pendolo e quest’ultimo lo ricambia, garantendogli un ambiente di sopravvivenza. Qualora pero’ egli violasse le leggi della struttura e la sua frequenza di emissione non coincidesse piu’ con quella di risonanza delle oscillazioni del pendolo, quest’ultimo, privato di una fonte d’ energia, finirebbe per ripudiarlo o distruggerlo.


Se invece una persona finisce per sbandare e si allontana dalle sue linee esistenziali favorevoli, la sua vita nella struttura di un pendolo estraneo si trasforma in un supplizio o in una squallida sopravvivenza. In questi casi il pendolo diventa letteralmente distruttivo e il malcapitato perde completamente la sua liberta’. Che gli piaccia o meno, egli viene costretto a vivere secondo leggi imposte e relegato al ruolo di rotella in un grande ingranaggio.


C’e’ anche chi, finendo sotto l’ala protettiva di un pendolo, raggiunge risultati eccellenti. Napoleone, Hitler, Stalin e analoghe personalita’ della storia, sono tutti i beniamini dei pendoli distruttivi. Anche in questi casi pero’, i pendoli non si preoccupano del benessere dei loro singoli membri, impegnati come sono ad utilizzarli per i propri scopi. Quando fu chiesto a Napoleone se si fosse mai sentito veramente felice egli pote’ ricordare di tutta la sua vita solo pochi giorni.


Il pendolo utilizza metodi sofisticati per l’adescamento di nuovi seguaci, riuscendo ad attirarli come mosche al miele. Quante volte le persone, facendosi allettare dalle trovate pubblicitarie dei pendoli, si sono allontanate dalla felicita’ che avevano sotto il naso! Vanno a fare il servizio militare e muoiono; affrontano studi e imparano una professione che non e’ la loro; trovano un lavoro estraneo alla loro personalita’, purtuttavia di prestigio, e affondano in un mare di guai; legano la propria vita a una persona che non e’ quella giusta e poi soffrono .


L’attivita’ del pendolo porta spesso alla distruzione dei destini dei suoi singoli membri, per quanto esso cerchi di mascherare le sue motivazioni sotto sembianze virtuose. Il rischio piu’ grave per un individuo che subisce la pressione di un pendolo distruttivo sta nel fatto che quest’ultimo fa deviare la sua vittima da quelle linee della vita dove egli avrebbe potuto trovare la sua fortuna. Sottolineiamo di seguito i suoi tratti distintivi:






- Il pendolo si nutre dell’energia dei suoi membri sostenitori e grazie ad essa incrementa la propria frequenza d’oscillazione.


- Il pendolo mira ad attirare a se’ quanti piu’ seguaci possibile per ricevere quanta piu’ energia possibile.


- Il pendolo contrappone intenzionalmente il proprio gruppo di membri ai differenti altri gruppi (secondo la logica: noi siamo i buoni, gli altri sono diversi, sono i cattivi).


- Il pendolo lancia accusa aggressive contro chi non e’ riuscito a reclutare, e cerca in tutti i modi di attirare i renitenti dalla sua parte, o di neutralizzarli o di rimuoverli.


- Il pendolo seduce con maschere benevoli, si scherma di fini nobili, gioca con i sentimenti degli individui, al fine di giustificare il proprio operato e accattivarsi quanti piu’ sostenitori possibile.






Il pendolo, per sua natura, e’ un "egregor"(1), anche se questa definizione non e’ del tutto esauriente. Il concetto di “egregor” non riflette pienamente l’intero spettro delle sfumature dell’interazione tra l’individuo e quest’ entita’ energetica d’informazione. In realta’ i pendoli hanno nella vita degli individui un peso incommensurabilmente piu’ forte di quanto si sia portati a credere.


L’esempio che segue illustra chiaramente il modo in cui il pendolo assorbe l’energia dei suoi sostenitori. Provate ad immaginare uno stadio gremito di gente. Si sta disputando una partita di calcio, la tensione si tocca con mano, i tifosi smaniano. Un calciatore commette un imperdonabile fallo e porta la sua squadra alla sconfitta. Sul calciatore si riversa immediatamente la furia dei tifosi, pronti a scendere in campo e a squartarlo. Riuscite ad immaginare la massa di energia negativa che si riversa sulla testa di quel povero disgraziato? Questo mostruoso flusso di energia dovrebbe teoricamente stenderlo sul posto. Ma non e’ cosi: il calciatore rimane vivo e vegeto, abbattuto solo dal suo senso di colpa. E allora, dov’e’ andata a finire l’energia negativa della folla furibonda? Se l’e’ risucchiata il pendolo. Se fosse diversamente, l’oggetto dell’odio della folla morirebbe, mentre gli idoli della folla si librerebbero in aria.


Non esprimo giudizi sull’essenza del pendolo, se si tratti cioe’ di un’entita’ animata o semplicemente di una forma energetica. Tanto piu’ che per la tecnica del Transurfing non e’ di alcuna rilevanza. L'importante e’ riconoscere il pendolo e non stare al suo gioco a meno che non ci sia in ballo un interesse personale diretto.


Il pendolo si riconosce facilmente da un altro tratto distintivo: esso si trova sempre in stato di rivalita’ con i suoi simili per conquistarsi la simpatia degli individui. Lo scopo del pendolo e’ solo uno: fare il piu’ proseliti possibile per ricavarne quanta piu’ energia possibile. Quanto piu’ aggressivi sono i mezzi usati dal pendolo nella sua lotta di conquista, tanto piu’ esso e’ distruttivo, tanto piu’ esso rappresenta una minaccia per la vita del singolo individuo.


Si puo’ obiettare, purtuttavia, che esistono organizzazioni di beneficienza, associazioni per la difesa della natura, degli animali, eccetera. Che cosa possono avere queste strutture di distruttivo, vi chiederete voi. Per vostra informazione personale, distruttivo e’ il fatto che esse comunque si nutrono della vostra energia, restando assolutamente indifferenti al vostro benessere e alla vostra felicita’. Sollecitando ad essere magnanimi con gli altri, vi propongono di rimanere indifferenti a voi stessi. Se cio’ vi garba e vi sentite veramente felici facendo queste opere di bene, significa che avete trovato la vostra vocazione, il vostro pendolo. Qui pero’ dovete essere molto onesti con voi stessi: non e’ che per caso indossiate una maschera di virtu’? Siete veramente disposti ad offrire con sincerita’ soldi ed energia per il bene degli altri o non giocate piuttosto a far beneficenza per apparire migliori?


Purtroppo gli uomini assoggettati ai pendoli distruttivi hanno disimparato a scegliere il proprio destino. Un uomo che ha liberta’ di scelta, infatti, acquista indipendenza. E i pendoli, dunque, non possono arruolarlo nelle loro file, fare di lui un membro. La nostra coscienza e’ a tal punto assuefatta al pensiero che il destino sia una sorte superiore, che spesso ci e’ difficile credere nella possibilita’ di scegliere semplicemente quel destino che piu’ ci piace. I pendoli hanno tutta la convenienza di tenere i loro membri sotto controllo, percio’ inventano ogni sorta di mezzo per manipolare i propri servitori. Nell’esposizione seguente capirete come fanno.


Anche il Transurfing puo’ diventare un pendolo, se si fa di esso un culto, un movimento o una scuola. I vari pendoli, pero’, sono distruttivi in misura diversa. Il Transurfing, anche nella peggiore delle ipotesi, non potra’ mai essere altamente distruttivo, quanto meno perche’ nelle sue finalita’ serve il bene del singolo individuo, e non di uno scopo multilaterale. Si tratterebbe comunque di un pendolo assai originale: una comunita’ di individui preoccupati esclusivamente di costruire il proprio destino.


A questo proposito, ecco un compito per casa: quali pendoli, secondo voi, si possono considerare costruttivi?


Vi racconto tutto cio' per spiegarvi cosa significa scegliere il proprio destino e come fare per sceglierlo. Armatevi di pazienza, cari lettori, non e’ cosi’ semplice ma a poco a poco tutto diventera’ piu’ chiaro.


(1) “Egregor” e’ un termine dall’ etimologia incerta (forse dal latino “ex-grex” - fuori dal gregge o dal greco “egeiro” – sorvegliare, osservare attentamente) poco diffuso nella letteratura esoterica occidentale soprattutto divulgativa, che lo intende generalmente come un’entita’ psichica autonoma, formata dai pensieri di un gruppo di persone unite dagli stessi scopi (v. le opere di G. Encausse (Papus) sull’occultismo e I lavori contemporanei di di G. Delaforge, Bernstein L.S., Nathan Paco Xander, W. Kenneth e J. Guscolt). In Russia il termine e’ piu’ conosciuto e usato sia in opere di carattere esoterico, come concetto strettamento occulto (L. Andreev “La rosa del mondo”), sia in testi contemporanei di sociologia e psicologia (V. Bogdanovic, A. Nekrasov e altri). Ogni singolo autore, tuttavia, utilizza il termine attribuendovi diverse sfumature di significato. V. Zeland cosi’ definisce e distingue I due concetti di “egregor” e “pendolo”: “L’”egregor” e il “pendolo” sono due entita’ materiali sottili, esistenti sul piano sottile e sovrastanti gli oggetti materiali come sovrastrutture energetiche. Ma l’”egregor” e’ qualcosa di stazionario, globale, fissatosi nel tempo, legato a un oggetto inanimato, per esempio l’”egregor” di una citta’, di uno stato. Il “pendolo” e’ legato alle persone vive, alle comunita’ da loro formate, alle loro interrelazioni e idee. Un pendolo puo’ collegarsi alla coscienza delle persone e influenzarla direttamente. L’”egregor” non esercita un’influenza diretta sulla coscienza delle persone, esiste per conto proprio. L’”Egregor” e il pendolo sono in sostanza la stessa cosa. Si puo’ dire che il pendolo e’ un caso particolare del concetto generale “egregor”. Ma ai fini del Transurfing ha piu’ importanza l’entita’ in grado di influenzare le nostre coscienze, percio’ prendo in considerazione solo I pendoli.”. (n.d.T)










La battaglia dei pendoli






La caratteristica piu’ importante di un pendolo distruttivo e’ la sua tendenza ad aggredire e distruggere i suoi simili per attirare a se’ gli individui. A tal fine aizza i propri membri contro quelli degli altri: “Loro sono diversi da noi, sono cattivi!” E le persone, coinvolte in questa lotta, deviano dal loro cammino e s’inerpicano verso falsi fini, percependoli erroneamente come propri. Il carattere distruttivo del pendolo sta proprio qui. La lotta contro i membri di altri gruppi e’ sempre sterile e porta solo alla distruzione delle vite, di quella propria e di quelle altrui.


Prendiamo ad esempio la guerra, massima manifestazione di una lotta per la conquista di nuovi sostenitori. Per convincere i propri seguaci ad andare in guerra il pendolo sbandiera argomenti attinti da una concreta epoca storica. Il metodo piu’ primitivo, usato un tempo, era semplicemente quello di ordinare di usurpare i possedimenti altrui. Con il progredire della civilta’ gli argomenti hanno acquisito una forma piu’ raffinata. Una nazione si dichiara superiore rispetto alle altre, svantaggiate, e il fine nobile diventa quello di portare i popoli sottosviluppati a un livello maggiore di civilta’, salvo poi ricorrere alla forza in caso di loro resistenza.


Quanto alla logica in cui viene concepita oggi la guerra, essa puo’ essere resa dalla metafora seguente: su un albero del bosco sta appeso un nido d’api. Ci vivono api selvatiche che si occupano della loro covata e di produrre il miele. Ma un bel giorno al nido si avvicina un pendolo e dichiara ai propri seguaci: “Vedete queste api? Sono selvatiche ed estremamente pericolose. Bisogna assolutamente eliminarle o almeno distruggere il loro nido. Non mi credete? Guardate!” E incomincia a stuzzicare il nido con un bastone. Le api volano fuori dal nido e attaccano i seguaci del pendolo. E il pendolo dichiara trionfante: “Ve l’avevo detto io che erano aggressive! Bisogna subito eliminarle!”


Quali che siano gli slogan usati da guerre e rivoluzioni per giustificare se stesse, la sostanza e’ una sola – si tratta di una battaglia di pendoli per la conquista di seguaci.


Le forme di battaglia possono essere le piu’ diverse ma il fine e’ solo uno: fare il piu’ proseliti possibile. Le energie fresche, infatti, sono d’importanza vitale per il pendolo. In loro assenza il pendolo si fermerebbe. Per questo la battaglia dei pendoli e’ in realta’ una mera lotta di sopravvivenza, inevitabile e naturale.


Dopo le guerre e le rivoluzioni si affermano altre forme di battaglia, meno aggressive ma pur sempre dure: la lotta per la conquista dei mercati di vendita, ad esempio, o la concorrenza dei partiti politici, la concorrenza in economia, tutti i tipi di marketing e di campagne pubblicitarie, la propaganda politica e via dicendo. L’ambiente in cui vive l’uomo e’ costruito sui pendoli, percio’ tutte le sfere dell’attivita’ umana sono caratterizzate dalla concorrenza. La concorrenza e’ capillare e diffusa ad ogni livello, a cominciare dai conflitti di stato per finire con le rivalita’ tra squadre sportive e individui singoli.


Il nuovo, l’insolito, cio’ che non viene subito capito, si fa strada sempre a fatica. Perche? E’ forse il pensiero ad essere inerte? No, la causa principale sta nel fatto che i vecchi pendoli non hanno nessuna convenienza ad accogliere la comparsa di un nuovo pendolo, potenzialmente interessato ad attirare a se’ i loro seguaci. Per fare un esempio, i motori a combustione interna, altamente inquinanti, sarebbero potuti entrare in disuso gia’ tanto tempo fa. Sono stati infatti inventati tanti altri modelli di motore alternativi ed ecologicamente puliti. Ma cio’ costituisce una minaccia per i pendoli delle grandi corporazioni petrolifere, che sono ancora abbastanza forti da non permettere a nessun inventore di toglierli cosi’ facilmente di scena. Questi potentati economici arrivano al punto di comprare tutti i brevetti dei modelli di nuovi motori per segretarli, propagandandone al contempo per giunta la scarsa efficienza.


Realizzando da una parte la propria struttura a livello materiale, i pendoli, dall’altra parte, si servono di mezzi finanziari, logistici, tecnici e ovviamente risorse umane per rafforzare la propria posizione. All’apice delle piramidi umane collocano i loro beniamini. I beniamini sono i dirigenti di ogni rango, dai semplici capufficio ai presidenti di stato. Costoro non devono essere necessariamente provvisti di particolari qualita’. Di solito beniamini diventano quei membri dotati di parametri che si inscrivono perfettamente nella struttura del pendolo. Il beniamino puo’ credere di aver raggiunto determinati successi nella sua vita esclusivamente grazie alle sue abilita’. In un certo senso e’ cosi, ma resta il fatto che e’ la struttura del pendolo a supportare il lavoro piu’ grosso nel processo di avanzamento dei suoi pupilli. Per contro, se a un certo punto gli standard del beniamino non corrispondessero piu’ ai requisiti del sistema, egli verrebbe rimosso senza alcuna pieta’.


Le lotte dei pendoli sono distruttive per i seguaci anche perche’ questi ultimi, nell’eseguire una volonta’ superiore, credono di operare secondo i propri principi. Nella maggiorparte dei casi, infatti, i pendoli si sono gia’ impossessati dei principi dei seguaci.


Non appena l’individuo si sintonizza sulla frequenza d’onda del pendolo, si instaura tra loro un’interazione a livello energetico. La frequenza di emissione dell’energia mentale del seguace viene fissata e sostenuta dall’energia del pendolo. Si instaura una sorta di presa, di aggancio reciproco . Il seguace emette alla frequenza di risonanza del pendolo e quest’ultimo, da parte sua, gli somministra energia per mantenerselo assoggettato.


A livello di realizzazione materiale tale interazione non si nota, non si discosta generalmente da un fatto ordinario. Facciamo un esempio: il pendolo di un partito politico promuove una campagna d’agitazione, recluta un nuovo iscritto e lo nutre di energia sotto forma di senso del giusto, di soddisfazione, di dignita’ e di importanza. Il neo-iscritto si illude di avere la situazione sotto controllo, di poter scegliere. Non si accorge che e’ lui ad esser stato scelto e sottoposto a controllo. Dall’esterno sembra che il nuovo membro sia fermamente convinto di aver realizzato la propria volonta’. In realta’, cio’ che lui crede essere la sua volonta’ gli e’ stato imposto dal pendolo con subdoli artifici. Il nuovo membro cade nel campo d’informazione del pendolo, discute con gli altri aderenti di temi “caldi”, entra in contatto energetico e con cio’ stesso fissa la sua frequenza. Non e’ da escludere che piu’ tardi le aspettative del membro possano rimanere deluse, che possano farsi strada pensieri diretti contro l’idolo di un tempo. In tal caso la frequenza di emissione si svincola dalla stretta del pendolo. Va qui notato che la forza della presa varia a seconda del grado di potenza del pendolo. Per questo in alcuni casi ai membri delusi viene permesso di uscire semplicemente dal gioco; in altri, invece, l’eretico rischia di perdere la liberta’ o la vita.


Per capire il meccanismo di aggancio della frequenza basta fare un esempio concreto. Immaginate di canticchiare tra di voi una melodia e di sentire a un certo punto un’altra musica, piu’ forte. La melodia sopraggiunta vi rende ora difficile continuare a canticchiare il motivetto iniziale.


In realta’, ai fini del Transurfing, non e’ importante sapere in che modo avviene l’interazione tra pendolo e membro a livello energetico. Considereremo quest’interazione servendoci di modelli della nostra esperienza quotidiana. E’ piu’ che sufficiente. Del resto nessuno puo’ spiegare precisamente cosa succede di fatto e come, perche’ allora si dovrebbe rispondere alla domanda: cosa s’intende per “di fatto?” E cosi via, secondo i principi dell’infinito processo del sapere. Sarebbe un’occupazione poco produttiva. Ci si dovra’ quindi accontentare di quel poco che siamo in grado di capire. E ora vediamo come i pendoli riescono a manipolare i loro membri.






I fili delle marionette






Poniamoci una domanda: come fanno i pendoli a costringere i loro seguaci a rifornirli volontariamente di energia? Si puo’ ammettere, per esempio, che un pendolo ben organizzato e influente possa riuscire ad obbligare i suoi aderenti ad agire secondo determinate regole. Ma come possono fare altrettanto i pendoli piu’ deboli?


Quando una persona non ha il potere di forzare qualcuno a fare qualcosa si serve di argomenti sensati, persuasioni, opere di convincimento, promesse. Si tratta pero’ di metodi poco efficaci, tipici di una societa’ umana che ha perso il contatto con le forze della natura. I pendoli ricorrono di rado a queste tecniche, preferendo servirsi di armi di gran lunga piu’ raffinate. Nella loro essenza di sistemi energetici di informazione, essi sono piu’ inclini ad operare e ad assoggettare secondo le potenti e immutabili leggi di natura.


L’uomo cede energia al pendolo nel momento in cui emette energia alla frequenza di risonanza del pendolo. Per far cio’ egli non deve necessariamente incanalare il suo pensiero in direzione del pendolo. Si sa che la maggior parte dei pensieri e degli atti delle persone e’ un prodotto del subconscio. Sfruttando proprio questa qualita’ della psiche umana i pendoli riescono ad attingere energia non solo dai loro sostenitori ma persino dai loro nemici accaniti. Forse avete gia’ capito in che modo.


Provate ad immaginare un gruppo di vecchiette sedute su una panchina, intente a maledire il governo del paese. Non le si puo’ certo considerare sostenitrici del pendolo-governo, che odiano per un’intera serie di cause. Pero’ cosa succede? Le vecchiette si lamentano del governo, cosi inerte, corrotto, venduto e ottuso, e nel farlo emettono con i loro pensieri un’intensa quantita’ di energia alla frequenza del pendolo in oggetto. Per il pendolo e’ indifferente da quale parte lo facciano oscillare, gli va bene sia l’energia positiva che quella negativa. L’importante e’ che la frequenza di emissione sia quella di risonanza.


Compito principale del pendolo e’ quindi quello di agganciare l’individuo, toccarlo sul vivo, usurpare i suoi pensieri, non importa in che modo.


Con il progredire dei mezzi d’informazione di massa i metodi dei pendoli si stanno facendo via via piu’ raffinati. L’individuo cade in un rapporto di dipendenza.


Avete notato che nei notiziari prevalgono generalmente le brutte notizie? Questo tipo di notizie infatti scatena forti emozioni, ansia, paura, indignazione, rabbia, odio. Il compito dei corrispondenti e’ proprio quello di ancorare l’attenzione del pubblico. I mezzi di comunicazione di massa, pendoli a loro volta, sono al servizio di pendoli piu’ potenti. Il loro fine dichiarato e’ quello di rendere accessibile al pubblico ogni tipo di informazione. Quello reale, invece, e’ solo uno: sintonizzare con tutti i mezzi possibili alle frequenze giuste.


Uno dei metodi preferiti dai pendoli per garantirsi l’accesso alla vostra energia e’ quello di farvi perdere il controllo. Chi perde l’equilibrio comincia a “vibrare” alla frequenza del pendolo, contribuendo con cio’ stesso a farlo oscillare. Facciamo un esempio: aumentano i prezzi e voi reagite negativamente, siete indignati, vi lamentate, discutete della situazione con i vostri conoscenti, manifestate cioe’ una reazione assolutamente normale e adeguata al caso. Ma e’ proprio quello che si aspetta il pendolo: con la vostra reazione, infatti, emettete nell’ambiente circostante energia negativa alla frequenza del pendolo, il quale, alimentandosi della vostra energia, prende ad oscillare con maggior intensita’. E la situazione diventa ancora piu’ grave.


Il filo piu’ forte che il pendolo puo’ tirare per manovrarvi e’ il panico, la sensazione umana piu’ ancestrale e potente. L’oggetto del panico non ha importanza; ma se il panico e’ in qualche modo legato a un aspetto del pendolo, quest’ultimo ricevera’ tutta la vostra energia.


L’angoscia e l’ansia sono fili gia’ un po’ piu’ deboli, ma comunque resistenti. Queste emozioni fissano molto bene l’emissione di energia del pensiero alla frequenza del pendolo: infatti, se siete preoccupati per qualcosa, non potete concentrarvi su qualcos’altro.


Anche il senso di colpa e’ uno dei grandi canali prioritari da cui il pendolo attinge energia. Ce lo impongono fin dall’infanzia. E’ un ottimo mezzo di manipolazione: “Se sei in colpa, sei obbligato a fare quello che dico io”. E’ difficile convivere con il senso di colpa, percio’ gli uomini cercano di liberarsene. Ma in che modo? Sopportando un castigo o espiando la colpa, ovvero, in entrambi i casi, dimostrando obbedienza e quindi indirizzando il loro lavoro mentale in una determinata direzione.


Il senso del dovere e’ un caso particolare del senso di colpa. Se “devo” significa che ho un obbligo verso qualcosa o qualcuno, sono tenuto ad eseguire. Il risultato e’ che i “colpevoli”, sia veri che falsi, se ne vanno in giro a testa china, offrendo al pendolo il loro tributo in forma di energia. L’arma privilegiata dei pendoli, infine, e’ il senso di colpa indotto. Su quest’argomento ritorneremo piu’ avanti.


Degni di particolare attenzione sono i differenti complessi psicologici delle persone: il complesso di inferiorita’: non sono attraente, non ho talento ne’ capacita’ particolari, non sono ne’ intelligente ne’ arguto, non so socializzare, non mi merito nulla. Il complesso di colpa: sono colpevole di qualcosa, tutti mi giudicano, sono costretto a portare la mia croce. Il complesso del guerriero: devo essere il migliore, dichiaro guerra a me stesso e a coloro che mi circondano, lottero’ per un posto al sole, prendero’ quello che mi spetta con la forza. Il complesso dell’amante della giustizia: dimostrero’ a tutti i costi che ho ragione io e gli altri hanno torto.


Questi e altri complessi funzionano come personali chiavi d’accesso all’energia di singoli individui. Il pendolo, mettendo il dito sulla piaga giusta, attinge con forza l’energia dell’individuo.


Potete continuare da soli l’elenco dei fili che il pendolo tira per manovrare le sue marionette: il senso della giustizia e dell’onore, l’orgoglio, la vanagloria, l’amore, l’odio, l’avidita’, la generosita’, la curiosita’, l’interesse, la fame e analoghi sentimenti e bisogni.


Le sensazioni e il coinvolgimento permettono di incanalare il flusso dei pensieri in una determinata direzione. Se un argomento non suscita ne’ interesse ne’ emozioni, e’ molto difficile concentrarsi su di esso. Per questo motivo i pendoli si ingegnano a catturare il flusso di pensieri dell’individuo, toccando le corde dei sentimenti e dei bisogni.


Di solito la gente reagisce in modo standardizzato ai fattori irritanti esterni. Le notizie negative suscitano indignazione, quelle angoscianti producono paura e ansia, l’offesa suscita ostilita’ e via dicendo. Le abitudini agiscono da leva d’innesco del meccanismo di aggancio del pensiero, si pensi ad esempio all’abitudine di irritarsi o di preoccuparsi per inezie, di rispondere alle provocazioni e in generale di rispondere con una reazione negativa a un irritante negativo. L’individuo puo’ anche rendersi conto del fatto che i pensieri e i comportamenti negativi non portano a niente di buono, tuttavia continua a ripetere gli stessi errori per la forza dell’abitudine.


Proprio per questo motivo le abitudini causano spesso problemi e obbligano ad agire in modo poco produttivo. Liberarsi dalle abitudini pero’ e’ difficile. Esse creano un’illusione di benessere e l’uomo si appoggia ad esse perche’ si fida di piu’ delle situazioni note. Il nuovo suscita sempre diffidenza. L’atto abituale, usuale, si e’ gia’ fatto conoscere nella pratica. E’ come la vecchia poltrona di casa dove vi sedete a riposare dopo il lavoro. Una nuova sarebbe forse piu’ comoda, ma quella vecchia e’ piu’ confortevole. Il senso di comfort e’ creato da concetti quali la comodita’, la fiducia, l’esperienza positiva, la prevedibilita’. Nel nuovo, tali concetti sono presenti in misura inferiore, per questo ci vuole un po’ di tempo prima che una nuova abitudine diventi vecchia.


Cosi, a grandi linee, abbiamo esaminato i procedimenti usati dai pendoli per influire sugli individui. Ma puo’ l’individuo liberarsi dall’influenza dei pendoli? Dei mezzi di liberazione e di difesa parleremo piu’ avanti. Osserviamo solo che spesso succede che qualcuno si ribelli e reagisca apertamente contro il pendolo-asservitore. In questo duello, si noti bene, l’individuo esce sempre sconfitto. Un pendolo puo’ essere vinto solo da un altro pendolo. Un individuo da solo non puo’ fare niente. Se ha deciso di disobbedire e incominciare una battaglia, finira’ solo per perdere energia. Nella migliore delle ipotesi il sistema lo scagliera’ oltre i suoi confini, nella peggiore lo schiaccera’. Il membro che ha avuto il coraggio di infrangere le regole fissate dal sistema viene dichiarato fuorilegge. Dall’esterno cio’ ha l’aspetto di una condanna a fronte di un determinato atto. Di fatto la colpa non sta nell’atto di per se’ ma nella disobbedienza, nel rifiuto del seguace di continuare a fornire energia al pendolo.


Perche’ si dice “peccato confessato, mezzo perdonato”? Perche’ un individuo che si e’ incollato il senso di colpa e’ pronto a servire il potere del pendolo. Per il pendolo il pentimento di un suo seguace per un atto commesso non ha nessuna importanza. Ha importanza solo il ripristino del controllo perduto. Il pendolo diventera’ subito piu’ disponibile se voi gli darete la possibilita’ di manovrarvi. Se invece il colpevole non si piega, allora, nella logica del pendolo, si potra’ tranquillamente rimuovere, dato che non c’e’ piu’ nient’altro da attingere da lui.


Di solito le reali motivazioni del pendolo sono velate da principi morali. Come dire: un pentito non e’ piu’ un criminale! Capirete da soli dove agisce il principio morale e dove invece vengono toccati gli interessi del sistema, se terrete sempre presente cosa sono veramente i pendoli e quali sono i loro veri scopi.






Otterrete cio’ che non volete






Come si diceva innanzi, i pendoli possono ricevere energia sia dai loro sostenitori che dai loro avversari. Ma la perdita di energia e’ il minore dei mali. Se il pendolo e’ sufficientemente distruttivo, il danno arrecato investira’ il destino intero della persona e la sua felicita’.


Ciascuno di noi si scontra periodicamente con notizie negative o fatti indesiderati. Sono le provocazioni dei pendoli. L’individuo non vuole che questi momenti negativi entrino nella sua vita e di solito reagisce in uno dei due modi: se l’informazione non lo coinvolge da vicino, la ignora e finisce per dimenticarla presto; se invece la notizia e’ per lui provocatoria, suscita spavento o irritazione cioe’ lo tocca nel vivo, allora si produce l’effetto della presa dell’energia mentale al cappio del pendolo: l’individuo si sintonizza sulla frequenza di risonanza di quest’ultimo. Gli avvenimenti che seguono poi si sviluppano secondo il solito scenario: l’individuo si arrabbia, si indigna, si agita, si spaventa, esprime tutta la sua insoddisfazione e cio’ facendo emette energia alla frequenza del pendolo distruttivo. L’energia prodotta non va solo al pendolo. I parametri dell’energia mentale sono tali per cui l’individuo si sposta su quelle linee della vita dove trova in abbondanza proprio quello che voleva evitare.


Se ben vi ricordate, si diceva che, se l’emissione dell’energia mentale di un individuo si fissa su una determinata frequenza, costui si sposta sulla linea della vita corrispondente. Il ruolo distruttivo del pendolo consiste qui nel fissaggio della frequenza con l’aiuto del cappio di presa.


Supponiamo che trascuriate la notizia di una catastrofe o di un cataclisma. Se la cosa non vi riguarda, infatti, perche’ dovreste amareggiarvi inutilmente? In questo caso, da qualche parte avviene una catastrofe ma voi personalmente vi trovate su una linea della vita dove occupate una posizione di osservatore e non di vittima. La linea dove siete in posizione di vittima e’ rimasta in disparte. Viceversa, se vi lasciate invadere dalla notizia di una catastrofe o di una disgrazia, vi disperate e discutete il fatto con gli amici, non e’ da escludere che presto vi ritroviate spostati su una linea dove figurate in posizione di vittima. Ne deriva che se il desiderio di evitare una determinata circostanza e’ molto forte, esiste una forte probabilita’ che l’indesiderata circostanza si verifichi. Lottare con tutte le proprie forze contro qualcosa che non volete, equivale a investire energia affinche’ cio’ si produca nella vostra vita.


Affinche’ lo spostamento su linee indesiderate della vita si realizzi, non occorre necessariamente intraprendere delle azioni. Sono sufficienti i pensieri negativi, ben conditi da equivalenti emozioni. Non volete che faccia brutto tempo e pensate a quanto odiate la pioggia. I vicini vi disturbano e voi litigate continuamente con loro, odiandoli in silenzio. Temete qualcosa e cio’ vi crea preoccupazione. Siete stanchi del lavoro che fate e quasi assaporate sentimenti di ostilita’ verso il vostro lavoro. Ovunque, siete perseguitati da cio’ che fortemente non volete, temete, odiate, disprezzate. D’altra parte ci sono tante altre cose che vorreste evitare ma in questo preciso momento non vi preoccupano. E proprio per questo non succedono.


Tuttavia, non appena vi lasciate penetrare dal negativo, vi imbevete di ostilita’ e cominciate a cullare questa sensazione, l’evento indesiderato trovera’ sicuramente il modo di materializzarsi nella vostra vita.


L’unico modo per allontanare dalla propria vita gli eventi indesiderati e’ liberarsi dalla pressione del pendolo che si e’ impadronito della vostra energia mentale, non cedere alle sue provocazioni e non farsi coinvolgere nel suo gioco. Ci si puo’ svincolare dalla presa del pendolo solo in due modi: o affossandolo o estinguendolo. Vediamo da vicino come si deve fare.






L’affossamento del pendolo






Lottare contro un pendolo e’ inutile. Come si diceva prima, lottare contro un pendolo equivale a rifornirlo di energia. La condizione prima e piu’ importante per il successo e’ rifiutare di lottare contro il pendolo.


In primo luogo i pendoli vi pressano in misura proporzionale ai vostri tentativi di liberarvi dalla loro pressione. Potete ripetere all’infinito “Smettetela, lasciatemi in pace!” e potra’ anche sembrarvi di essere riusciti a liberarvi dalla loro influenza. In realta’, cosi’ dicendo, non fate che nutrirli della vostra energia e attaccarveli ancora di piu’.


In secondo luogo voi non avete il diritto di giudicare e di cambiare qualcosa in questo mondo. Bisogna percepire tutte le manifestazioni della realta’ come quadri in una mostra, che vi piaccia o no. In una mostra ci possono essere tanti quadri per voi poco interessanti. Ma non vi viene nemmeno in mente di chiedere ai curatori di toglierli.


Una volta che avete riconosciuto al pendolo il suo diritto di esistere, siete in pieno diritto di uscire, di svincolarvi dalla sua influenza. Ma l’importante e’ non lottare contro di lui, non giudicarlo, non arrabbiarsi, non perdere il controllo della situazione, che’ diversamente prendereste parte al suo gioco. Al contrario, dovete accettarlo tranquillamente come un fatto dovuto, un male inevitabile e solo dopo uscirne. Ogni manifestazione di non accettazione e’ un’emissione di energia in direzione del pendolo.


Prima di capire cosa significhi scegliere bisogna imparare a rifiutare. Gli uomini, di solito, non hanno le idee chiare su quello che vogliono. Per contro sanno benissimo che cosa non vogliono. Mirando a evitare cose o fatti indesiderati, molti agiscono in modo tale da ottenere esattamente il contrario. Per rifiutare, bisogna prima accettare. Il verbo “accettare” qui non significa lasciar entrare dentro di se’, permettere un accesso, sibbene riconoscere alle altre realta’ il diritto di esistere e, fatto questo, lasciarsele alle spalle con indifferenza. Accettare e lasciar andare significa far passare dentro di se’ un fatto e dargli l’addio, dimenando la mano in gesto di saluto.


Per contro, accettare e tenere significa prendere dentro di se’ e di conseguenza attaccarsi o attaccare, opporsi.


Se siete tormentati da pensieri di situazioni che non vi piacciono, state sicuri che le ritroverete nella vostra vita. Facciamo un esempio: a una persona non piacciono le mele. Le detesta, prova un senso di nausea alla loro vista. Potrebbe semplicemente ignorarle, ma non le garba il fatto che nel mondo in cui vive possa esistere una simile schifezza, le mele. Si irrita ogni volta che le capitano sotto gli occhi e manifesta apertamente il suo disgusto. Questo e’ quanto succede a livello materiale. A livello energetico l’uomo in questione si getta con avidita’ sulle mele, se ne riempie la bocca, le mastica rumorosamente cantilenando contemporaneamente il suo disgusto, se ne riempie le tasche, si soffoca e di nuovo si lamenta di quanto l’hanno esasperato. Non gli passa per la testa il pensiero che basterebbe eliminare le mele dalla sua vita, giacche’ non le vuole.


Amare o odiare qualcosa non fa differenza. L’importante e’ che se i vostri pensieri sono fissati sull’oggetto dei vostri sentimenti, l’energia mentale si fissa su una determinata frequenza, voi finite nella rete del pendolo e vi spostate su una linea della vita dove l’oggetto della vostra fissazione abbonda.


Se non volete qualcosa, basta non pensarci, basta passarci sopra con indifferenza, Sparira’ automaticamente dalla vostra vita. Gettar via qualcosa dalla propria vita significa non evitare ma ignorare. Evitare significa ammettere nella propria vita ma sforzarsi di liberarsene. Ignorare invece vuol dire non reagire in nessun modo e, di conseguenza, non avere.


Immaginate di essere un radioricevitore. Ogni mattina vi svegliate e ascoltate una stazione radio che odiate, il mondo che vi circonda. Ma se non vi piace, sintonizzatevi su un’altra frequenza!


Puo’ sembrare che una cortina di ferro tra voi e il mondo vi aiuti a difendervi dall’influenza di pendoli indesiderati. In realta’ si tratta di una pura e semplice illusione. Protetti da una corazza di ferro potete ripetete a voi stessi quanto volete:”Sono un muro cieco. Non vedo, non sento, non so niente e non diro’ niente a nessuno. Non permetto accessi”. Tuttavia, per mantenere un siffatto campo di difesa occorre consumare un sacco d’energia. L’uomo desideroso di isolarsi intenzionalmente dal mondo, finisce per trovarsi in uno stato continuo di tensione. Come se non bastasse, l ’energia del campo di difesa e’ sintonizzata alla frequenza del pendolo contro cui e’ finalizzata la difesa. Ed e’ proprio quello che serve al pendolo. Per lui infatti e’ indifferente come avviene l’emissione d’ energia, se volontariamente o in modo contrario alla vostra volonta’.


E allora, come ci si puo’ difendere dall’azione di un pendolo? Facendo il vuoto. Se sono vuoto, non offro agganci. Non faccio il gioco del pendolo ma non cerco nemmeno di difendermi. Lo ignoro semplicemente. L’energia del pendolo, senza toccarmi, si diffonde e si disperde nello spazio. Il gioco del pendolo non mi preoccupa, non mi tange. Rispetto a lui io sono vuoto.


Il compito principale del pendolo e’ attrarre sostenitori e ricevere da loro energia. Se ignorate il pendolo, esso vi lascera’ in pace e si rivolgera’ altrove, poiche’ agisce solo con coloro che accettano il suo gioco e che emettono energia alla sua frequenza.


Un esempio banale: vi siete attirati l’attenzione di un cane che incomincia ad abbaiarvi contro. Se vi girate verso di lui abbaiera’ ancora di piu’, Se lo prendete sul serio e incominciate a rispondergli, vi inseguira’ ancora a lungo, il suo scopo e’ infatti quello di trovare qualcuno con cui litigare. Se invece lo ignorate , lui trovera’ presto un’altro soggetto da provocare. Si noti bene che al cane non passa neanche per la mente di offendersi per l’attenzione che gli avete negato. E’ troppo preso dal suo scopo di ricevere attenzione per poter pensare a qualcos’altro.


Se sostituite al cane una persona tendenzialmente conflittuale e intrigante, il modello funzionera’ ugualmente.


Se qualcuno vi infastidisce, provate a misurare su di lui il modello del pendolo distruttivo, probabilmente gli andra’ a pennello. Se non riuscite a calmare l’importuno, provate semplicemente a non rispondere alle sue provocazioni, ignoratelo. Finche’ continuate a fornirgli la vostra energia lui non vi lascera’ in pace. Potete dargli energia sia direttamente, litigando con lui, sia indirettamente, odiandolo in silenzio. Smettere di fornirgli energia vuol dire non pensare a lui, toglierselo dalla testa. Provate a dire semplicemente a voi stessi: “Ma che se ne vada al diavolo!”. Vedrete che presto lui se ne andra’ dalla vostra vita.


Tuttavia accade spesso che sia quasi impossibile ignorare semplicemente il pendolo. Facciamo un esempio: il vostro capo vi chiama a rapporto. Un rifiuto o un tentativo di difesa equivarrebbero a una perdita di energia, dato che in entrambi i casi si tratta di un sistema di lotta contro il pendolo. In questa situazione potete fingere di fare il gioco del pendolo. L’importante e’ che vi rendiate conto di entrare nel gioco a bella posta.


Immaginate che un pezzo d’uomo brandisca contro di voi una mazza con l’intento di colpirvi. Voi non fate resistenza, non vi difendete e non attaccate. Vi fate semplicemente di lato, cosi’ l’energumeno con la mazza in mano vola nel vuoto. Il pendolo, non potendo agganciarvi, e’ affondato e scomparso.


Questo principio e’ alla base dell’aikido. Qui succede letteralmente che l’attaccante viene preso per il braccio, accompagnato nei suoi movimenti e quindi rilasciato dalla parte in cui e’ diretta la sua energia. Il segreto sta nel fatto che il difensore non si oppone all’attacco, si accorda con la linea dell’attaccante, lo accompagna un po’ di tempo e quindi lo rilascia. L’energia dell’attaccante si disperde nel vuoto, perche’, se il difensore e’ “vuoto”, non offre appigli.


La tecnica di questo morbido approccio consiste nel fatto che voi all’inizio rispondete al primo attacco del pendolo con un consenso e solo in un secondo momento vi mettete diplomaticamente in disparte o convogliate senz’insistenza l’energia nella direzione che vi interessa.


Il vostro capo, per esempio, vuole scaricarvi un lavoro e insiste affiche’ esso venga svolto esattamente come vuole lui. Voi sapete che sarebbe meglio operare diversamente o ritenete addirittura che non spetti a voi fare questo lavoro. Se incominciate ad obiettare, discutere, giustificarvi, il capo, con durezza, esigera’ la vostra obbedienza. Lui infatti ha preso una decisione e voi gli andate contro. Provate a fare il contrario. Ascoltatelo con attenzione, concordate con lui, smorzate il vostro impulso alla discussione. E solo dopo incominciate tranquillamente ad esaminare con lui i dettagli della questione. In questo preciso momento avete assorbito l’energia del capo ed avete cominciato ad emettere alla sua frequenza. Il suo impulso, non trovando resistenza, per un po’ di tempo si fermera’. Non ditegli che voi sapete meglio di lui come svolgere il lavoro, non opponete rifiuti e non discutete . Fate semplicemente in modo di consigliarvi con il capo su come potreste eseguire il lavoro nel modo migliore o piu’ veloce o su chi altri potrebbe svolgere il lavoro piu’ efficacemente di voi. In questo modo risulta che voi oscillate insieme al pendolo ma lo fate in piena coscienza, senza prendere parte al gioco, quasi osservando dal di fuori. Il pendolo oscilla, pienamente immerso nel gioco che e’ il suo, dato che e’ lui a prendere le decisioni con cui gli altri concordano o su cui si consultano. E voi vedrete che l’energia, inizialmente indirizzata verso di voi, finira’ per disperdersi altrove, in direzione di un’altra decisione o alla ricerca di un altro esecutore. In questo modo, per voi personalmente, il pendolo e’ affossato.






L’estinzione del pendolo






Succede a volte che sia impossibile affossare un pendolo, che non si riesca cioe’ ne’ a ignorarlo ne’ a isolarlo.


Avevo un amico dall’aspetto pacato e gentile ma dotato di una forza fisica non comune.


Una sera tardi, mentre rientravamo in tram, ci siamo imbattuti in una compagnia di teppisti dall’aria aggressiva, un vero pendolo distruttivo. Erano in tanti e si caricavano l’uno con l’altro di energia negativa, sentendosi pienamente impunibili e intoccabili. Questo tipo di compagnia cerca di solito qualcuno da molestare per rifornirsi di energia anche da sorgenti esterne. Cosi hanno incominciato ad infastidire il mio amico, rassicurati dal suo aspetto pacifico e bonario. Per un po’ l’hanno preso in giro e l’hanno offeso, ma lui continuava a sedere in silenzio, ignorando le loro provocazioni, cercando cioe’ di affossare il pendolo-teppisti. Io nel frattempo osservavo senza intervenire , sapendo che il mio amico non aveva nulla da temere, al contrario dei teppisti. Alla fine, non sopportando piu’ la situazione, il mio amico si e’ diretto verso l’uscita ma uno dei bulli piu’ sfrontati gli ha sbarrato la strada. Messo alle strette, il mio amico ha agguantato il teppista per la collottola e gli ha vibrato un colpo che gli ha letteralmente spappolato la faccia.


I compagni del malcapitato sono rimasti impietriti dallo stupore e dell’orrore. Quando il mio amico si e’ girato per afferrarne un altro, questi, con voce tremante, l’ha pregato di lasciarlo andare. L’energia del pendolo-compagnia si e’ immediatamente dissolta e i suoi membri, urtandosi e indietreggiando, si sono precipitati fuori dal tram.


Certo, coloro che si possono difendere non hanno problemi. Ma gli altri, cosa possono fare in questi casi? Se veramente non c’e’ via di scampo, si puo’ estinguere il pendolo escogitando qualcosa di straordinario e inatteso, una mossa che nessuno si aspetta.


Mi hanno raccontato questa storia: una banda di bulletti di strada aveva circondato un ragazzo con l’intenzione di menarlo. Il ragazzo si e’ avvicinato al capo e, sgranando due occhi da folle, gli ha dichiarato: “Vuoi che ti spacchi il naso o la mascella?”. Un tale sviluppo non si inscriveva nello scenario abituale, percio’ il capobanda per un attimo ha indugiato. Allora il ragazzo, preso da un’euforia da folle, gli ha gridato: “Vieni qui che ti stacco un orecchio!”, attaccandoglisi con le cinque dita all’orecchio. Il capobanda ha lanciato un urlo straziante. Lo spettacolo che la banda era solita inscenare veniva rovinato. Il capo, ben lungi dal pensare di picchiare qualcuno, era preoccupato solo di liberarsi l’orecchio dalla presa. Il ragazzo, considerato fuori di senno, fu lasciato in pace e riusci’ in questo modo a evitare l’attacco.


Quindi, se vi succede di capitare in una situazione il cui scenario di sviluppo e’ prevedibile, fate una qualsiasi mossa purche’ essa non si inscriva in questo scenario. Il pendolo si estinguera’. Finche’ agite secondo lo scenario, accettate il gioco del pendolo e emettete energia alla sua frequenza. Ma se la vostra frequenza incomincia a differenziarsi sostanzialmente da quella del pendolo, entrate in dissonanza con quest’ultimo e lo confondete dal ritmo.


Allo stesso tempo e’ meglio non esagerare se avete a che fare con un pendolo che non ha niente da perdere. Se per esempio vi hanno aggredito per derubarvi, e’ meglio dare subito i soldi. Alcuni tengono apposta in tasca un po’ di dollari in contanti, che’ se l’aggressore e’ un folle o un tossicomane, egli puo’ togliervi la vita senza pensarci, anche se siete esperti di arti marziali. Per questo e’ meglio non intrigarsi con gente del genere, come con i cani rabbiosi. Sarebbe una morte ingiustificata e assurda.


Ad estinguere un pendolo aiuta anche il senso dell’umorismo e l’immaginazione. Provate a mutare la vostra irritazione in gioco. Se per esempio vi infastidisce la folla in strada o in un mezzo pubblico, provate ad immaginare di trovarvi in Antartide, in mezzo a un assembramento di uccelli. Le persone sono pinguini, che si muovono agitati e ondeggiano in modo buffo. E voi chi siete? Anche voi siete dei pinguini. Se riuscite a trasfigurare la situazione in modo analogo, le persone che vi stanno attorno vi susciteranno gia’ piu’ simpatia e curiosita’ che irritazione.


Certo, e’ difficile controllarsi quando si vorrebbe letteralmente fare a pezzi qualcosa. In questi momenti e’ difficile ricordare che la data situazione e’ il prodotto di un pendolo che cerca di estrarre la vostra energia. Cercate di non cedere alle sue provocazioni. Il pendolo, come un vampiro, utilizza una sorta di anestesia, la vostra abitudine a reagire negativamente a un irritante. Persino ora, dopo aver letto queste righe, potete distrarvi e rispondere con irritazione a una telefonata indesiderata. Ma se vi prefissate lo scopo di ricordare, col tempo svilupperete l’immunita’ alle provocazioni dei pendoli.


Fate ben attenzione: se vi scontrate con una circostanza fastidiosa e reagite con irritazione, indignazione e altre emozioni negative, la situazione negativa si protraera’ e si evolvera’ o sorgeranno nuovi problemi. Il pendolo oscilla cosi, grazie a voi che lo fate oscillare. Provate ad agire al contrario: o manifestando una reazione adeguata o non manifestando alcuna reazione. Provate per esempio ad accogliere il problema con un finto entusiasmo o con un’euforia da idiota: si tratta di sistemi per estinguere il pendolo. Vedrete che non seguira’ nessuna continuazione.


Come ricorderete, l’abitudine a reagire negativamente di fronte a circostanze fastidiose funge da leva d’innesco del meccanismo di presa della vostra energia mentale da parte del pendolo. Quest’abitudine verra’ meno se comincerete a giocare a un gioco originale, basato sulla sostituzione a bella posta di sensazioni: invece della paura provate a manifestare sicurezza, invece di provare sconforto provate a sfoderare entusiasmo, al posto dell’indignazione esibite indifferenza e al posto dell’irritazione mostrate gioia. Provate a reagire almeno di fronte ai piccoli problemi in modo “non adeguato”. Che cosa avete da perdere? Magari potra’ sembrare una cosa assurda, pero’ questo stile di gioco non lascera’ al pendolo nessuna chance. Questo metodo ci sembra assurdo proprio perche’ i pendoli ci hanno abituato a giocare solo ai giochi che convengono a loro. Provate ad imporre un vostro gioco, che vi procuri piacere e soddisfazione: scoprirete con stupore quanto questa tecnica sia potente. Il principio qui e’ solo uno: emettendo a una frequenza diversa da quella di risonanza entrate in dissonanza con il pendolo, quest’ultimo si estingue rispetto a voi e finisce per lasciarvi in pace.


Esiste un altro metodo interessante di estinzione, l’estinzione morbida: se qualcuno vi infastidisce, diventa per voi un problema, provate a capire che cosa manca a questa persona, cercate di arguire di che cosa ha bisogno. E ora provate ad immaginare questa stessa persona gia’ in possesso di quello che gli mancava. Si puo’ trattare di salute, sicurezza, stato d’animo tranquillo. A ben pensarci questi sono i tre fattori principali che servono agli uomini per farli sentire soddisfatti. Provate a pensare: di che cosa ha effettivamente bisogno in questo momento la persona che suscita la vostra irritazione?


Supponiamo che il vostro capo si sia arrabbiato con voi. Magari e’ stanco o ha dei problemi in famiglia. Allora gli serve uno stato d’animo tranquillo. Immaginatevelo mentre se ne sta sdraiato in poltrona davanti alla televisione o vicino al caminetto, o con una canna da pesca in riva al fiume o in sauna con un boccale di birra. Sapete quali sono le sue preferenze?


O magari i suoi superiori gli hanno fatto pressione e lui ha paura di prendersi determinate responsabilita’? Allora ha bisogno di sicurezza. Provate ad immaginarlo mentre scia con sicurezza in montagna, o mentre guida un’auto sportiva o mentre si muove con disinvoltura a una festa, al centro dell’attenzione di tutti.


O forse gli fa male qualcosa? Immaginatevelo allora allegro e in forma, mentre nuota nel mare o pedala una bicicletta o gioca a calcio. Certo, e’ meglio sapere quali sono i suoi interessi. Tuttavia non occorre andare tanto lontano. Basta immaginare la persona in una situazione in cui e’ soddisfatta.


Cosa succede allora? Una persona e’ apparsa nel vostro orizzonte e costituisce un problema per voi (puo’ anche trattarsi di un rapinatore). Provate a distrarvi dal problema di cui si fa portatore, in questo modo fin dall’inizio non presterete la vostra testa al cappio di presa della frequenza. Immaginate questa persona in atto di ricevere quello di cui ha bisogno (cosa vuole un rapinatore: mangiare, bere, bucarsi?). Visualizzate la persona in un quadro di raggiunta soddisfazione. Se ci siete riusciti, considerate che il problema e’ risolto. Il pendolo infatti non ha incominciato a oscillare per caso. Qualcosa l’ha spostato dal suo equilibrio. Lui, consciamente o inconsciamente cerca quel qualcosa che lo riporti all’equilibrio. E l’energia dei vostri pensieri a una determinata frequenza gli da’ proprio questo, anche se indirettamente. Mutera’ subito la sua aggressivita’ in disponibilita’. Fate fatica a crederci? Sperimentate!


Questa tecnica si basa sul principio dell’estinzione del pendolo. Una persona-pendolo vi si avvicina con un problema e voi lo soddisfate, non in modo evidente ma a livello energetico. Gli avete dato la vostra energia ma in minima parte, perdendo molto meno di quanto avreste potuto perdere. E per di piu’ avete fatto una buona azione, venendo in soccorso a un bisognoso, anche se per poco. La cosa interessante e’ che in seguito egli avra’ con voi un rapporto piu’ amichevole. Non capira’ perche’ in vostra compagnia si senta bene. Che rimanga un vostro piccolo segreto.


Potete applicare questa tecnica anche nei casi in cui siete voi ad aver bisogno di qualcosa da qualcuno, che, preso dai suoi problemi non e’ disposto a venirvi incontro. Vi serve la firma del capo? Prima “nutritelo” con una visualizzazione benefica e vedrete che fara’ tutto quello che chiedete.


E infine: cosa dite, dov’e’ andata a finire secondo voi l’energia di un pendolo frenato? E’ passata a voi. Venendo a capo di un problema voi diventate piu’ forti. La volta prossima cio’ per voi non sara’ una difficolta’. Non e’ forse cosi? Se invece vi metteste a lottare con il problema, cedereste energia al pendolo che ha creato questo stesso problema.


Le pratiche di affossamento e estinzione del pendolo sono note agli psicologi e agli psicoterapeuti come tecniche professionali. In questo senso non sono delle novita’. Ma per le persone che non conoscono i metodi della psicologia applicata sono veramente preziose poiche’ chiariscono come e perche’ funzionano i sistemi psicologici di difesa.






Soluzioni semplici di problemi complessi






I sistemi di affossamento o estinzione del pendolo hanno anche una valenza applicata nella capacita’ di risolvere ogni tipo di problemi. Puo’ trattarsi di una situazione esistenziale complessa, di un conflitto, di una circostanza sfavorevole, di una difficolta’ o di un problema. Per ogni problema difficile esistono soluzioni facili. La chiave per la risoluzione sta sempre in superficie, si tratta solo di vederla. Ma il pendolo, che ha creato il problema, ostacola la visione.


Il pendolo distruttivo si prefigge lo scopo di ottenere la vostra energia. Per far cio’ deve fissare la frequenza di emissione dei vostri pensieri sul problema. Riesce benissimo a farlo convincendovi del fatto che il problema e’ complesso. Se voi avete accettato queste regole del gioco, vi si puo’ tranquillamente prendere per mano e condurvi in un intricato labirinto. E solo dopo arriverete a comprendere che “il cofanetto si apriva senza sforzo”.


Se si riesce a spaventare una persona, farla preoccupare, coinvolgerla o far leva sui suoi complessi, essa concordera’ col fatto che il problema e’ difficile e si fa prendere all’amo. Ma si puo’ anche non spaventarla. E’ gia’ un’opinione comune che non ci siano semplici soluzioni per la maggiorparte dei problemi. Ciascuno di noi nell’arco della sua vita si scontra continuamente con varie difficolta’, specialmente se sono cose nuove, non conosciute. Alla fine tutti hanno l’abitudine ben radicata di affrontare i problemi con timore e a volte con vera e propria paura. Per di piu’ l’uomo dubita sempre delle proprie capacita’ di misurarsi con le difficolta’. Risulta cosi che la tendenza ad accogliere con timore i problemi si trasformi nel filo della marionetta.


Il pendolo puo’ agire o tramite i suoi sostenitori, ovvero le persone coinvolte nel determinato problema, oppure tramite oggetti inanimati. Fissa l’emissione di energia mentale su una determinata frequenza e succhia l’energia mentre la persona e’ aggravata dal problema. Sembrerebbe a prima vista che la fissazione della frequenza sull’oggetto possa aiutare a concentrarsi. Come puo’ ostacolare allora la soluzione del problema?


Il fatto e’ che il pendolo fissa i nostri pensieri in un settore ristretto del campo d’informazione. La risoluzione, per contro, puo’ trovarsi oltre i limiti di questo settore. Ne deriva che l’uomo pensa e agisce nei limiti di uno spazio ristretto e risulta impedito a guardare il problema da un piu’ largo punto di vista. Le soluzioni originali e dettate dall’intuizione vengono proprio quando l’uomo si libera dall’influenza del pendolo e si guadagna la liberta’ di pensare in un’ altra direzione. Il segreto dei geni sta nel fatto che sono liberi dalla pressione dei pendoli. Mentre le frequenze dei pensieri delle persone normali sono catturate dai pendoli, le frequenze dei pensieri dei geni sono in grado di muoversi liberamente e indugiare in campi d’informazione sconosciuti.


Come fare per non lasciarsi accalappiare dal pendolo? Basta non immergersi nel problema, non farsi coinvolgere nel gioco del pendolo. Datevi in affitto. Agite come si fa di solito in questi casi ma non come partecipanti del gioco sibbene come osservatori esterni. Imparate a guardare la situazione in modo distaccato. Ricordatevi che vogliono prendervi per mano per portarvi in un labirinto. Non fatevi ne’ spaventare, ne’ coinvolgere, ne’ preoccupare dal problema. Ricordate innanzitutto che esiste sempre una soluzione molto semplice, non accettate la difficolta’ che vi viene imposta.


Se vi scontrate con un problema o un ostacolo cercate di capire qual e’ il vostro rapporto con esso. Il problema puo’ generare turbamento, paura, indignazione, sconforto e cosi via. Ma bisogna cambiare il modo solito di rapportarsi alla difficolta’ insorta, reagendo esattamente all’opposto; in questo modo il problema si elimina da solo o si risolve in modo veloce e facile.


A dispetto degli stereotipi e delle consuetudini diffuse, imparate ad affrontare il problema non come un’ostacolo che dev’essere superato, ma come un tratto di percorso che dovete oltrepassare. Non lasciate dentro di voi nessuno spazio al problema. Siate vuoti rispetto ad esso.


Se dovete risolvere un problema che richiede riflessione, non fatevi prendere subito dai ragionamenti logici. Il vostro subconscio e’ direttamente collegato col campo d’informazione che contiene le risoluzioni di tutti i problemi. Percio’ all’inizio rilassatevi, liberatevi da ogni paura e ansia rispetto alla soluzione. Tanto sapete che la soluzione c’e’ gia’. Lasciatevi andare, arrestate il flusso dei pensieri, contemplate il vuoto. E’ possibile che la soluzione arrivi subito e sia magari molto semplice. Se non arriva, non amareggiatevi e mettete in azione l’apparato mentale. Riuscira’ meglio la prossima volta. Una simile pratica allena bene la capacita’ di accesso alle conoscenze intuitive. Bisogna solo cercare di rendere questa pratica un’abitudine.


Questo metodo funziona bene se si riesce a liberarsi dall’influenza del pendolo e “darsi in affitto”. Tuttavia e’ piu’ facile a dirsi che a farsi. Leggerete piu’ avanti di altri nuovi procedimenti per affrontare i pendoli. Questo e’ solo l’inizio.


Ma non vi sembra che io vi abbia preso per mano e vi stia conducendo in un labirinto? Bravi, mantenetevi liberi anche da chi vi fa predizioni sulla vostra liberta’.






Lo stato di sospensione






Liberandovi dall’influenza dei pendoli distruttivi acquistate liberta’. Ma una liberta’ priva di scopi e’ uno stato di sospensione. Se vi siete appassionati alle tecniche di affossamento e estinzione dei pendoli che vi circondano, rischiate di trovarvi nel vuoto. I conflitti di un tempo non ci sono piu’, le preoccupazioni che vi tormentavano vengono meno, i problemi sono sempre piu’ rari, l’ansia e la preoccupazione spariscono. Tutto cio’ avviene senza che ve ne accorgiate, al pari di una tempesta che si quieta lentamente.


Presto pero’ vi accorgerete che qui c’e’ l’altro lato della medaglia. Se prima eravate al


centro dei fatti, ora essi si producono in disparte. Per coloro che vi circondano voi non avete piu’ lo stesso valore, la gente si occupa sempre meno di voi. I fastidi diminuiscono ma nuovi desideri non arrivano. La pressione del mondo esterno diventa piu’ debole ma cio’ non porta nessun dividendo. La quantita’ di problemi diminuisce ma i progressi non aumentano.


Che sta succedendo? Il fatto e’ che l’ambiente umano e’ tutto costruito sui pendoli, percio’ chi si isola completamente si ritrova lui stesso in un deserto. Lo stato di sospensione non e’ tanto migliore della dipendenza dal pendolo. Pensiamo ai bambini che hanno tutto: si annoiano perche’ “non hanno piu’ niente da volere”. Stanno male da soli e tormentano gli altri con i loro capricci. L’uomo e’ cosi’ fatto che deve sempre aspirare a qualcosa.


La vostra liberta’ e’ l’indipendenza da pendoli estranei. Ma esistono pendoli di massima utilita’ per voi. Sono i vostri pendoli. In altre parole occorre riconoscere gli scopi imposti, a inseguir i quali vi allontanate dalle linee della vostra fortuna. Per contro , il vostro compito personale, rimanendo liberi, sta nella scelta di quelle linee della vita dove vi aspetta la felicita’ e il vero successo.


I pendoli non sono per l’uomo un male assoluto, se egli agisce consapevolmente. L’uomo non puo’ essere completamente libero dalla loro influenza. Si tratta solo di capire come non soggiacere all’influenza dei pendoli ma utilizzarli intenzionalmente, nei propri interessi. Il Transurfing propone a questo fine dei metodi concreti. Svincolarsi pienamente dall’influenza dei pendoli non e’ possibile e non serve nemmeno. Anzi, proprio i pendoli, alla fin fine, trasformano il sogno di una persona in realta’.






Riepilogo






Il pendolo e’ creato dall’energia degli individui che pensano in una stessa direzione.


Il pendolo e’ una struttura energetica d’informazione.


Il pendolo fissa l’energia mentale del suo sostenitore alla propria frequenza.


I pendoli lottano tra di loro per conquistarsi membri sostenitori.


Un pendolo distruttivo impone ai suoi membri sostenitori fini a loro estranei.


Il pendolo gioca con i sentimenti delle persone e le attira nella sua rete.


Se voi fortemente non volete qualcosa lo avrete nella vostra vita.


Svincolarsi dal pendolo significa farlo uscire dalla vostra vita.


Farlo uscire dalla vostra vita significa non evitarlo ma ignorarlo.


Per estinguere un pendolo bisogna rovinare lo scenario del suo gioco.


Una visualizzazione benefica estingue morbidamente un pendolo-persona. L’energia del pendolo estinto si trasferisce a voi.


I problemi si risolvono tramite l’affossamento o l’estinzione dei pendoli che li hanno creati.


Per risolvere i problemi datevi in affitto.


Per evitare uno stato di sospensione occorre trovare i propri pendoli.


Occorre farsi l’abitudine di ricordarsi di questo.







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